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Il Cambiamento: solo adattamento o anche creatività?

 



 "L'unica costante della vita è il cambiamento" - Buddha 

Cambiare vuol dire uscire dalla zona di comfort. Frasi come "chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova" o "squadra che vince non si cambia"  sono le classiche frasi che esprimono una resistenza al cambiamento.

Come disse Churchill "non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare".

Margini di miglioramento ci sono sempre, anche in una squadra vincente. Ed i cambiamenti, piccoli o grandi, servono proprio a rendere la squadra sempre più performante.

Io appartengo a quella generazione figlia di genitori che iniziavano un lavoro ed arrivavano alla pensione facendo sempre lo stesso lavoro.  Oggi non è più così. Le cose cambiano velocemente tanto da costringerci a cambiare. Oggi possono cambiare le modalità di un tipo di lavoro e/o professione o quel tipo di lavoro/professione non è più attuale andando a scomparire. Così come nascono nuovi lavori/professioni.

Pensiamo anche alle relazioni che oggi più di ieri possono cambiare per svariati motivi così come possono finire. 

Poi sono arrivati i cellulari, chi non si ricorda lo startac, è arrivato internet, gli smartphone e il mondo si è sempre fatto più piccolo. Ed oggi l'IA.  Ormai abbiamo il mondo nel palmo di una mano e forse domani sarà l'IA ad averci in mano. Dipenderà solo da noi, dalle nostre scelte.

Man mano si sono accorciati i tempi dei cambiamenti. Alcuni cambiamenti, un tempo,  avevano quasi un preavviso, oggi accade all'improvviso e non è facile trovarsi pronti.

Viviamo in un mondo accellerato.

Il cambiamento è inevitabile, fa parte della vita stessa.

Affrontare il cambiamento vuol dire saper cogliere i segnali e saper gestire lo stress rendendolo funzionale al cambiamento stesso(eustress), essere consapevoli e responsabili rispetto a ciò che si vuole e alle scelte conseguenti. 

Di fronte a noi abbiamo due possibilità. Essere travolti dal cambiamento, subirlo, o cavarlcarlo. A noi la scelta.

In entrambi i casi avremo un'adattamento del nostro organismo alla nuova situazione che si prospetta. 

Ma il solo adattamento è sufficente affinchè possiamo dire che il nostro organismo raggiunga una situazione di equilibro nella nuova situazione che si presenta?

La risposta è no.

Il solo adattamento non porta con sè nessuna novità costringendo il nostro organismo nella sola ripetizione nevrotica. Quasi come degli automi. Ma l'adattamento garantisce la dimensione del reale e dell'adeguamento e quindi è fondamentale per affrontare il cambiamento ma non sufficente.

Cosa ci permette quindi di affrontare il cambiamento in modo sano?

La creazione, che è legata alla novità, alla scoperta del nuovo partendo dai dati disponibili. Una nuova soluzione, una nuova configurazione, una nuova integrazione, aprendo le porte alla dimensione della fantasia e all'ampliamento delle possibilità.

Con il solo adattamento l'organismo viene trasformato dall'ambiente o si trasforma con il contatto con esso, mentre aggiungendo la creazione l'organismo è creatore del mondo e trasforma il mondo.

La sola creazione, senza adattamento, non ha nessuna radicazione nel reale, che garantisce solo l'adattamento, e può corrispondere alla scissione psicotica.

Solo l'adattamento creativo ci consente di affrontare in modo sano il cambiamento, due poli complementari di uno stesso processo. Ciascuno è necessario all'altro per mantenere un equilibrio sano e dinamico.


Quindi possiamo definire l'adattamento creativo come il risultato della spontanea forza di sopravvivenza che consente alla persona di differenziarsi dal contesto sociale, ma anche di esserne pienamente e significativamente parte.

Se stai vivendo un momento di cambiamento e non sai come gestirlo, un percorso di Counseling personalizzato può aiutarti a trovare le risorse necessarie.


Massimo Sperti, Counselor


 

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